Land Art e materiali naturali: l’esempio dell’artista sardo Romeo Pinna


di Federica Maria Itria Scano


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La Land Art si sviluppa a partire dalla seconda metà del Novecento negli Stati Uniti e in Europa e si propone di allargare a dismisura il campo d'azione possibile dell'arte fino a farlo coincidere con tutta la realtà e, soprattutto, con il territorio.

L’arte si compie sulla Natura e non solo nella Natura.

 

Secondo le teorizzazioni degli anni Sessanta, ciò di cui si occupa l'arte è qualcosa di mutevole, che non ha bisogno di arrivare in un punto che sia definitivo rispetto al tempo e allo spazio. 

L'idea che il lavoro d’arte sia un processo irreversibile che si conclude con uno statico oggetto-icona, era ormai superata –donde l’identificazione con la Natura.

 

La prima linea di demarcazione in questi termini si può rintracciare nell’anno 1967, quando Richard Long realizza A Line Made by Walking, una linea marcata calpestando l’erba di un prato.

La sola testimonianza di questa azione è impressa su una pellicola fotografica e scompare al risollevarsi naturale dell’erba stessa.

L’opera, così radicale al contempo semplice nella sua costituzione, rappresenta un passaggio fondamentale dell’arte contemporanea perché segna l’esperienza di attraversare lo spazio che diventa pratica estetica. 

Relazionarsi con l’ambiente, diventa arte. Le opere, hanno vocazione transitoria e sono effimere.

 

Nel 1970 sarà la volta di Robert Smithson che nel Great Salt Lake dello Utah, realizza, smuovendo e riposizionando terra, massi di pietra e cristalli di sale, Spiral Jetty, un grande molo naturale a forma di spirale abitato dai microrganismi di quell’ecosistema che, col tempo e per effetto dell’evaporazione dell’acqua, cambiano colore.

Anche Spiral Jetty che giace sulla Natura ed è essa Natura, può esser solo fotografata, o filmata; 

L’effetto che si va creando, per l’azione del tempo e degli agenti atmosferici, è quello di un’opera primitiva.

 

Abbandonano i confini dello studio d’arte e lasciano i perimetri della tela per la spazialità del territorio artisti e artiste, che, operando in maniera permanente e monumentale o continuativa ed effimera sulla Natura, realizzano opere che non si ha la stretta necessità di vendere od esporre.

Fra i Land-artisti che per primi si sono dedicati alle opere ed alle loro documentazioni video-fotografiche sono anche: Michael Heizer, Walter De Maria, Dennis Oppenheim, Beverly Pepper, Christo, Robert Morris, Agnes Denes.

Su Agnes Denes merita una particolare menzione il suo intervento ambientale newyorkese del 1982 Wheatfield – A Confrontation che consistette nel coltivare, con tutte le difficoltà del caso, due acri di grano in un lotto in disuso in lower Manhattan, in Battery Park. 

Ne fece il raccolto, e gli oltre 45 quintali di grano ricavati viaggiarono per 28 città in tutto il Mondo in quello che fu chiamato “The International Art Show for the End of World Hunger” ovvero, “la mostra internazionale d’arte per la fine della fame del Mondo”.

 

Il tema di questa ricerca artistica è ancora molto frequentato dagli artisti, e si rivela anzi irrobustito dalla lenta presa di coscienza della necessità di relazione fra l’uomo e l’ambiente.

Contaminando anche diversi campi, la Land art si riflette nella musica, nella letteratura, nella politica (si pensi all’opera costruita sul confine polacco-ucraino nel 2011).

 

In Sardegna Castia Art, con il patrocinio del Ministero della Transizione ecologica, dell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara e del Comune di Villasimius hanno dato vita a L'ambiente siamo noi una realizzazione d'arte contemporanea applicata.

Nell’ambito di questo progetto, l’artista sardo Romeo Pinna ha realizzato un esempio di Land art sulla spiaggia della Fortezza Vecchia attraverso la composizione di un mandala, una figura circolare con motivi a raggera, che si riscontra da secoli nelle culture religiose dell’Asia.


il mandala di poseidonia, 2022 - spiaggia della fortezza Vecchia

Nell’ottica di un intervento volto a sensibilizzare il pubblico verso la tutela e la salvaguardia dell’ambiente è stata scelto come sito di realizzazione un luogo di nidificazione della tartaruga marina Caretta Caretta.

L’opera ha avuto pochi, semplici e naturalissimi materiali di realizzazione: la poseidonia essiccata, preziosa pianta degli ecosistemi marini, spago e fèrula impiegati come un compasso per segnare le tracce del disegno del mandala, e, naturalmente, la sabbia e l’acqua di mare. 

L’artista ha agito per dare forma ad un elemento amorfo e fugace, che facilmente si scompagina per l’azione del vento e delle mareggiate, in modo che il disegno realizzato si integrasse all’ambiante ritornando in poche ore allo stadio naturale.

 

Romeo Pinna persegue una ricerca artistica volta all’impiego di materiali naturali, come la terra dei mattoni crudi -su ladiri, panetti da costruzione ottenuti da un impasto di fango e paglia rappresi al sole- ed i filati di fibre naturali.

Secondo un’intervista a me rilasciata dall’artista, l’esperienza visuale è iniziata con un filato semplice, lo spago di canapa naturale che poi lo ha condotto ad approdare alla lana sarda.

 

Il progetto Floating Series composto di 12 opere ed esposto al MURATS di Samugheo nel 2021 nasce dalla rielaborazione dell’artista di immagini aeree di luoghi naturali quali saline, stagni, campi di lavanda, di grano o sentieri agresti attraverso la manipolazione dei filati i cui colori sono stati ottenuti da tinture naturali.

Floating series, 2021, R. Pinna

Lo scopo è quello di restituire le geometrie ed i cromatismi colti in una prospettiva “in volo”.

Le opere, pur conformandosi con campiture che si riferiscono ravvicinatamente all’astrattismo, sembrano quasi animate, come fossero scene popolate di vita vegetale e animale.

La scelta dell’artista della lana sarda -filata e tinta da artigiani di Atzara e Nule- risponde ad un’esigenza “narrativa” del Pinna. 


Egli infatti dice: 


l’uso della lana sarda non è casuale. Per certi aspetti mi piace paragonarla ai sardi. 
Questo filato ha infatti la caratteristica di essere ruvida al tatto ma anche di sprigionare un calore inaspettato


Da questa considerazione è possibile osservare il ruolo imprescindibile della tattilità sull’opera d’arte.

 

Un altro importante elemento naturale impiegato dall’artista è la terra derivata dai panetti di ladiri per aggiunta di acqua così da ricavarne una mistura che, esposta al vento e al Sole, si cretta in spaccature naturali che cambiano cromatismo a seconda del luogo di origine.

Opera significativa in tal senso è Montiferru, del 2021.


Montiferru, 2021, R. Pinna

l'opera Montiferru nel luogo omonimo dell'incendio del 2021


La superficie crettata e nera carbone testimonia lo scempio compiuto sugli oltre 20.000 ettari di boschi che a partire dal 25 Luglio di un anno fa sono stati devastati dalla mano dell’uomo.

L’opera è accompagnata da un componimento poetico, l’haiku della scrittrice Maria Grazia Dessì che recita in lingua sarda:

 

terra abbruxada

una mamma gravida

istocchiggiada

 

è oggi conservata al Museo della tecnologia contadina di Santulussurgiu, perché testimoni il richiamo alla protezione e alla tutela del nostro territorio.



Per le opere: Courtesy Romeo Pinna, All Rights Reserved

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