Il “segno assente” nei libri d’artista italiani: dal Liber Mutus ai Libri Illeggibili. Quanto vale la lezione di Arturo Martini


di Federica Maria Itria Scano


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Un risultato grafico del tutto inedito in materia di linguaggio è rappresentato dal primo libro “illeggibile” della storia dell’arte, concepito da Arturo Martini, che nel 1918 pubblica Contemplazioni: un liber mutus di piccolo formato, (14,5 x 10 cm), composto di sole xilografie rese in piccoli rettangoli neri allineati su un fondo bianco come note musicali su un pentagramma. 
L’artista lo aveva inizialmente intitolato Il canto dell’usignolo.
Martini nell’opera Contemplazioni, rende il libro nuovo campo di indagine e luogo della ricerca, liberandolo dal solo ruolo di veicolo di informazioni. 
Il piccolo volume si mostra completamente asemantico, con un linguaggio aspro, disadorno, rappresentato espressionisticamente col segno forte della xilografia. 
L’opera è composta da una sequenza di valori ritmici, semplificati, privi di riferimenti verbali. 
Si tratta di una scrittura «muta» che tuttavia rimanda al linguaggio musicale, nelle linee orizzontali intervallate da tacche nere e da spazi bianchi.
I ritmi di Contemplazioni rappresentano la sperimentazione di un incrocio di codici, un percorso comunicativo a ritroso  contenente i più remoti archetipi scrittori della numerazione. 
Tali archetipi sono individuati nelle tacche parallele nel legno, che rimandano allo zero romboidale dei Maya, come nel Codice di Dresda. 
Peraltro, una realizzazione ideografica di incisivo impatto sullo zero dei Maya fu resa anche da Hugo Pratt nell’opera Mu del 1981, di cui avremo piacere di parlare in un prossimo post.
L’asta è il nuovo segno asemantico che riassume in sé tutte le convenzioni scritturali riportandole ad un’unità minimale, operando come «modello di primarizzazione». 
La disposizione delle aste nello spazio della pagina risponde ad un ordine matematico di pause e segni, essa è ritmo. 
Questa euritmia è definita un «sapiente gioco di tasti per la formulazione visiva di ritmi musicali».
Il ritmo, dunque: elemento imprescindibile per la sintesi del nuovo linguaggio muto, svincolato dalle restrittive declinazioni idiomatiche, universale e libero. Il ritmo come misura del tempo e come condizione alla realizzazione dello spazio, poiché esso: 
è costituito da questa successione di orizzontale e verticale, di pieni e di vuoti 
come disse Maria Lai, sua allieva, 72 anni dopo, in riferimento alla scultura. 
Già nel 1916, in una lettera a Boccioni, Martini menzionava le proprie «meravigliose pagine di scultura musicale» respinte da un’esposizione perché giudicate prive di «serietà». 
L’indifferenza della critica per questa realizzazione rappresenta per Martini motivo cruccio ricorrente: secondo una testimonianza raccolta da Mario de Micheli, l’artista era consapevole dell’importanza della sequenza precorritrice di Contemplazioni, ancora oggi non sufficientemente nota.
Nel 1949 Bruno Munari, nel segno della rarefazione visiva e della sperimentazione di materiali, progetta per la prima volta una serie di “libri illeggibili” completamente privi di testo, formati da soli fogli colorati, trasparenti, piegati, con inserti di fili di cotone, figure geometriche e macchie. 
La rinuncia totale alla comunicazione testuale avviene in favore della sola funzione estetica. 
La carta si fa portatrice di un messaggio attraverso il formato, il colore, i tagli e la loro alternanza. 
La carta non rappresenta più il mero supporto al testo ma è ciò che costituisce l’oggetto libro che secondo il Munari “delimita un blocco di spazio”, sfogliarne le pagine significa percorrere in senso fisico tale spazio. Il colophon e il frontespizio, elementi che costituiscono il libro tradizionale, vengono omessi e la lettura diventa lo svolgersi cadenzato di una composizione musicale, con timbri sempre diversi nell’alternarsi delle pagine. 
Dal 1955 alcuni esemplari sono esposti al MoMA di New York, nella cui Design Collection sono tuttora conservati nove “libri illeggibili”… Ma per questo, rimandiamo il nostro appuntamento a nuovi lidi :) 

collage: il Codice di Dresda, Contemplazioni e Mu





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